Il Covid e, in particolare, la quarantena hanno provocato nelle vite di tutti noi enormi scombussolamenti a livello tanto personale quanto collettivo. Le abitudini che fino a qualche settimana prima avevano contraddistinto il nostro vivere e convivere quotidiano sono state improvvisamente ridisegnate in funzione del momento particolare che tutto il Mondo si è trovato a dover affrontare.
Uno degli aspetti positivi è stata, certamente, la riscoperta della necessità di contatto umano che contraddistingue l’uomo in quanto animale sociale. Il bisogno di condividere momenti quotidiani con altre persone, anche solo per sentire una parola di conforto, per poterci confrontare o ricevere un abbraccio, ha rappresentato un’esigenza vitale alla quale abbiamo saputo dare nuovo valore durante la quarantena e, più in generale, per sottostare alle regole dettate dal distanziamento sociale.
Dal punto di vista del mercato immobiliare, la più significativa novità portata alla luce da questi mesi così oscuri è senza dubbio la riscoperta di uno spazio esterno che, fino a poco tempo fa, pareva essere assolutamente secondario o comunque non così determinante.
La casa nel suo complesso è stata ripensata, ristudiata e riadattata portandola ad essere spogliata delle sue vecchie, abituali vesti per essere trasformata in un qualcosa di nuovo e diverso: un porto sicuro e accogliente che possa permetterci di vivere al meglio un’eventuale nuova ondata di contagi e di conseguente quarantena. Bisogna pensare che, in effetti, buona parte delle abitazioni non sono state pensate e costruite per rispondere a molte delle specifiche esigenze nate durante la quarantena. In quel periodo la casa, da semplice abitazione, si è di colpo trasformata in ufficio, palestra, luogo di aggregazione familiare e di svago: tutto contemporaneamente. Proprio per trovare una risposta a queste esigenze, le richieste dei clienti rispetto alla progettazione della loro casa sono cambiate radicalmente.
Si è registrata, stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, un’accelerata nel trend che porta a vivere più in sintonia con la natura nel mondo e, più nello specifico, in Italia. La scelta di materiali, arredamenti e tecnologie strizza, infatti, sempre di più l’occhio alla volontà di migliorare la vivibilità di terrazzi e giardini.
Riviste di architettura internazionali come Dezeen, AD, Mansion Global Daily, scrivono di architettura biofila riferendosi ad una specifica branca che si pone come obiettivo il tentativo di fortificare il rapporto tra uomo e natura. Stando a quanto riportato da queste riviste, l’Italia, come altri Paesi del mondo, assiste a una forte crescita della spesa da parte del consumatore per quanto concerne gli oggetti di arredo destinati all’outdoor.
Dal 2020 si registra un aumento esponenziale di richieste, durante la ricerca di una nuova sistemazione abitativa, indirizzate alla presenza di uno spazio esterno. Secondo i dati riportati da Rightmove, gestore del primo portale immobiliare inglese, la domanda di abitazioni con spazio esterno a maggio 2021 è aumentata del 42% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente per quanto concerne gli acquisti, e addirittura dell’84% per quanto riguarda gli affitti.
Restando in Europa, il Mercure Group ha segnalato come nel 2021 in città come Parigi, Lione e Bordeaux la vendita di appartamenti con terrazzo e di case indipendenti con giardino ha visto una crescita di valore pari al 30%In Italia la presenza di un balcone o di un terrazzo garantisce una crescita del valore di mercato dell’immobile oltre l’8% per gli immobili ai piani alti ed oltre il 5% per i piani intermedi.
A seguito di questi cambiamenti globali il real estate si è rapidamente adeguato implementando l’offerta di edifici con zone outdoor, una tendenza che le archistar chiamano biophilic design. Sostanzialmente si tratta di una serie di accorgimenti per quanto concerne i punti di luce, acqua ed eventualmente gas, nel rispetto di specifiche normative per esterni.
L’arredamento outdoor vede dunque un’evoluzione o meglio un ritorno di fiamma generato da un sempre maggiore interesse dettato dalla necessità di possedere uno spazio esterno il più possibile vivibile. A tal proposito, esistono molteplici componenti d’arredo adatti ad un ambiente esterno soggetto ad intemperie quali pioggia, neve, grandine e sbalzi termici. Le possibilità sono piuttosto variegate a seconda delle dimensioni che si hanno a disposizione: si può optare per poltrone o divani realizzati in materiale impermeabile, tavoli e sedie in teak marini o corda pensati appositamente per gli spazi esterni. I più fortunati, poi, possono spingersi addirittura all’installazione di vere e proprie cucine en plein air per godersi pranzi e cene in famiglia o con amici nelle serate primaverili o estive.
Il designer Massimo Pepe, intervistato da Fabbi Tende, ha dispensato alcuni consigli utili riguardanti il come arredare gli spazi esterni, piccoli o grandi che siano, raccontando di alcune soluzioni da lui adottate per garantire una continuità tra ambiente interno ed esterno. Nel tentativo di rendere la casa il più possibile vicina alle molteplici esigenze cui ormai abbiamo necessità di far fronte, Pepe racconta di come sempre più spesso vengano ideate soluzioni smart per rendere l’ambiente di casa accogliente ed al tempo stesso funzionale.
Nello specifico, è sempre più consuetudine pensare al salotto come spazio sì da dedicare al tempo libero e allo svago in famiglia, ma al contempo come comoda postazione per poter lavorare da casa in smart working. Ad esempio, “se si possiede un divano centrale, a fianco o sul retro di esso, viene posizionato uno scrittoio con una lampada versatile che funge sia da luce per la scrivania, sia da illuminazione per il salotto. Questo scrittoio interagisce con tutta la zona living creando una sorta di console armonica”.
Figura 1: immagine dal sito www.ilsole24ore.com
Anche per quanto concerne il tema dell’outdoor il designer fornisce alcuni consigli mirati a ottimizzare gli spazi e ottenere la massima resa con il minimo sforzo. In primis, la tendenza odierna è quella di evitare la netta separazione tra ambienti interni ed esterni alla quale eravamo abituati in passato. In tal senso, sfruttare, per esempio, pavimentazioni omogenee e l’installazione di ampie vetrate può generare una sorta di continuum spaziale tra ambienti.
Figura 2: immagine dal sito www.dettaglihomedecor.com
Per concludere, alla domanda su cosa sia cambiato nelle nostre vite in seguito alla pandemia si potrebbe rispondere che a cambiare siamo stati noi, ma in realtà a cambiare è stata, con più probabilità, la concezione dell’ambiente domestico stesso. Tale trasformazione ci porta a superare una visione ormai anacronistica di “casa come luogo nel quale tornare dopo una giornata di lavoro” sostituendola con una più attuale di “casa come spazio multifunzionale”. La riscoperta della necessità di disporre di uno sfogo esterno in cui poter trascorrere del tempo ha fatto infine riemergere quello che potrebbe essere definito come un bisogno primordiale di contatto con il mondo e con l’aria aperta che, fino a poco tempo fa, sembrava essere niente più di un ricordo di un passato remoto.