Nel momento in cui si sta cercando casa e si sfogliano le pagine degli immobiliari, sarà certamente capitato alla maggior parte di noi di imbatterci nella dicitura “case arredate o ammobiliate”, ma nello specifico cosa significa? In questo articolo proveremo a spiegarvelo mettendovi di fronte a tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Una casa arredata o ammobiliata per poter rispettare questi criteri deve presentarsi con tutto quell’arredamento minimo necessario per far sì che chi è intenzionato ad acquistare o affittare l’appartamento posso andarci a vivere fin da subito. Quindi, nello specifico, la casa deve avere al proprio interno almeno il tavolo e le sedie, gli elettrodomestici di base (forno, frigo e piano cottura) il/i letto/i, gli armadi e alcuni accessori come le stoviglie e l’illuminazione.
Avrai certamente notato che tra gli elementi che devono essere obbligatoriamente presenti per fare in modo che la casa possa essere definita “arredata”, non risultano presenti alcuni elettrodomestici utili ma non fondamentali, come una lavatrice o una lavastoviglie. Non è nemmeno obbligatorio che vi sia la presenza di materassi e cuscini o di divani e per quanto riguarda il bagno devono sì essere presenti i sanitari, ma non è obbligatorio che vi siano mobili.
Chiaramente scegliere l’opzione di un appartamento ammobiliato fa sì che esso abbia un prezzo superiore di vendita o di affitto. Questo aumento di prezzo può variare a seconda della fattura dei mobili e dalla classe energetica degli elettrodomestici. Non è però detto che una casa arredata abbia una maggiore richiesta sul mercato rispetto ad una casa vuota. Specialmente se si è alla ricerca di una casa da acquistare, spesso risulta più comodo acquistare una casa non arredata in modo da non avere seccature per quanto riguarda lo smaltimento di alcuni mobili o elettrodomestici già presenti che però non soddisfano il gusto dei nuovi inquilini.
Al contrario, spesso, chi è alla ricerca di un appartamento in affitto trova nell’arredamento un punto a favore, in quanto essendo una situazione verosimilmente temporanea il fatto di non dover spendere ulteriori soldi per componenti d’arredo o elettrodomestici che poi dovrà portar via una volta scaduto il contratto d’affitto, risulta una scelta più conveniente.
A quanto ammontano le spese notarili in una compravendita immobiliare?
Andiamo a scoprire quali sono le spese notarili, perché devono essere pagate e a quanto possono ammontare
Quando si acquista un immobile bisogna tener conto di alcune spese aggiuntive a quelle relative al costo effettivo dell’immobile. In particolare, in questo breve articolo, andremo a scoprire quali sono le spese notarili, perché devono essere pagate e a quanto possono ammontare.
Innanzitutto, tra le spese notarili va considerato il compenso che va corrisposto al notaio, al quale bisogna poi sommare i costi di alcune procedure specifiche come la firma del rogito e le imposte di compravendita.
È bene specificare che normalmente il notaio viene scelto dall’acquirente, che può optare per un professionista consigliato dall’agenzia immobiliare a cui si è affidato, oppure trovarne uno in maniera autonoma. Nella scelta del notaio è importante far ricadere la propria scelta su un professionista che lavora in modo serio e scrupoloso in quanto l’atto di compravendita immobiliare è un atto serio e per il quale devono essere prese tutte le decisioni corrette. Inoltre, è bene scegliere un notaio disponibile, in grado di rispondere il più celermente possibile a tutte quelle esigenze e dubbi che possono sopraggiungere in qualsiasi momento anche via telefono o mail. Infine, un ultimo elemento, ma non meno importante, di cui tenere conto è il preventivo che il notaio presenta. Pertanto, è bene conoscere com’è composto l’onorario del notaio.
In via generale l’onorario del notaio viene definito in base al prezzo di vendita dell’immobile. Per poter avere un’idea Spano metrica del compenso che il notaio può richiedere potrebbe essere utile tenere in considerazione le seguenti variazioni di prezzi in base a diversi fattori:
- Se l’immobile viene venduto a meno di 100.000 €, il notaio può richiedere un compenso che si aggira attorno ai 2000 €;
- Se l’immobile viene venduto al di sotto di 200.000 € o inferiore ai 300.000 €, il notaio può richiedere un compenso che non superi i 3000 €;
- Se invece l’immobile a un costo inferiore ai 500.000 €, il notaio non può richiedere una cifra superiore ai 4000 €.
Infine, per non imbattersi in imprevisti, come costi diversi o aumenti di qualsiasi sorta, bisogna considerare anche la zona d’Italia in cui è ubicato l’immobile (Nord, Centro o Sud) e procedere con la richiesta di preventivo al notaio che specifichi al suo interno tutte le spese dettagliate.